lunedì 29 luglio 2013

City car ed elettrico: un matrimonio di interesse

Renault Twizy
L’ansia da autonomia - ovvero, per dirla in parole povere, la paura di restare fermi per strada con le batterie scariche - fa sì che, almeno al giorno d’oggi, il pubblico veda l’automobile elettrica soprattutto come un mezzo di trasporto urbano. Forse perché in città è più facile trovare una colonnina pubblica o quantomeno una… “presa di corrente amica” dove ricaricare le batterie scariche. Quanto basta per “tranquillizzare” gli utenti delle “elettriche” che così  possono accedere a qualsiasi zona del centro urbano.
A questo punto, visto che l’auto elettrica si usa prevalentemente in città, tanto vale che abbia anche dimensioni esterne contenute in modo da districarsi meglio nel traffico ed all'occorrenza parcheggiare nello spazio altrimenti occupato solo da uno “scooterone”.
Il matrimonio tra la city car e la propulsione elettrica si annuncia oggi come un evidente un matrimonio di convenienza.
Estrima Birò
Un matrimonio che, parodiando il Manzoni, “s’ha da fare”. E che si sta facendo, sia pure ovviamente poco alla volta, prendendo per così dire tutte le informazioni del caso. Il mercato dei quadricli elettrici è ovviamente ancora piccolo – una nicchia, direbbero gli addetti ai lavori – ma è continua in crescita, sia dal punto di vista delle vendite che dell’offerta che si arricchisce di giorno in giorno. Un’offerta che rispetto a quella delle tradizionali due ruote è resa particolarmente appetibile dalla presenza di un tetto che protegge dall’intemperie e che non obbliga l’utente ad indossare un casco.
Oggi la principale protagonista di questo nuovo mercato è senza dubbio Renault Twizy. Non certo bella, ma è agile come uno scooter e sicura come un’automobile, è un “urban crosser” a metà strada tra l’automobile e la motocicletta come suggeriscono i due sedili posti uno davanti all’altro. Risultato: Twizy ha la facilità d’uso e l’agilità delle 2 ruote, ma conserva la sicurezza, il comfort e la praticità delle 4 ruote. Le accelerazioni, paragonabili a quelle di uno scooter 125, ne fanno un piccolo bolide che si muove in modo completamente silenzioso e che, come uno scooter, trova parcheggio ovunque. Anche perpendicolarmente alla carreggiata. A differenza però di uno scooter, Renault Twizy è equipaggiata con airbag lato e cinture di sicurezza.Twizy si ricarica in 3 ore e mezza recupera fino a 100 chilometri di autonomia presso una colonnina pubblica o nel box di casa.
La disponibilità di entrambe non è certo un problema di Birò le cui batterie sono facilmente estraibili dalla parte posteriore del veicolo e trasportate a casa od in ufficio con un trolley per la ricarica. E’ l’uovo di Colombo. E come capita spesso i questi casi non poteva venire in mente che ad un’azienda italiana – in questo caso la Estrima di Pordenone – il cui sistema Re-move funge anche da antifurto, visto che Birò non può muoversi senza il suo pacco di  batterie agli ioni di litio.
Ancora a livello di prototipo è il veicolo a 3 ruote Toyota i-Road. Si guida con un volante di tipo automobilistico, ma piega in curva come uno scooter grazie ad un sistema elettronico che calcola l'inclinazione sulla base della rotazione dello sterzo, del sensore di posizione, della velocità del veicolo. Le ruote si inclinano in direzioni opposte e si contrappongono alla forza centrifuga, ma agiscono anche in caso di superfici irregolari, compensando eventuali dislivelli della strada.
A proposito: secondo voi, è più auto o più scooter? Oppure entrambe le cose?

Guarda il servizio andato in onda su Motorsport - Sky Sport 2 (puntata in onda dal 25 al 31 Luglio 2013)
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