sabato 29 giugno 2013

Volvo LCP 2000: il futuro di ieri compie 30 anni

1983 -  Volvo LCP 2000
Materiali leggeri, combustibili alternativi, consumi estremamente bassi sono altrettante espressioni chiave per le automobili di oggi. Eppure proprio queste sono stati gli elementi caratteristri alla base dell'iniziativa LCP 2000 (Progetto Componenti Leggeri), uno studio per lo sviluppo di una concept car orientata al futuro ed all'ambiente presentato da Volvo Car Corporation (Volvo Car) verso la fine della Primavera del 1983 ovvero trenta anni fa. 
L'idea era nata nel 1979, in parte a seguito di uno studio per lo sviluppo di un'auto elettrica  effettuato dalla stessa Volvo nel 1976 sotto la direzione dell’ingegnere Rolf Mellde ed in parte da un progetto per una futura piccola automobile ultraleggera, denominato Ellen, carattizzata da un'eccezionale economia dei consumi ed al tempo stesso da un elevato livello di sicurezza che fosse pronta all'uso entro l'anno 2000. 

 Il team tecnico, diretto da Mellde, aveva l’incarico di nuovi materiali e nuove tecnologie, così come quelli che erano ancora in fase di sviluppo. Il prototipo LCP avrebbe dovuto poter trasportare almeno 2 persone,  pesare non più di 700 kg e consumare meno di 4 litri ogni 100 chilometri. Una combinazione praticamente irrealizzabile   nel 1979. Furono costruite quattro vetture con differenze tecniche marginali tra loro che furono presentate nel corso di un seminario sull'ambiente tenutosi a Stoccolma  verso la fine della Primavera del 1983.
Pur avendo l’aspetto di un’automobile come tante altre, la LCP 2000 era diversa:  si presentava come una berlina a due volumi/2 porte dal profilo a cuneo con una sezione posteriore verticale ed un portellone in plastica che fungeva anche da porta per accedere al sedile posteriore che era rivolto all'indietro per motivi di sicurezza e di spazio. Osservando oggi con attenzione quei prototipi, si possono individuare alcuni tratti stilistici della Volvo 480 lanciata tre anni dopo.
I prototipi LCP avevano motori trasversali 3 cilindri turbodiesel progettati  appositamente: un leggerissimo 1.300 in magnesio da 50 CV ed un 1.400 in ghisa da 90 CV isolato termicamente senza camicia di raffreddamento nella testata che utilizzava il lubrificante del motore come fluido refrigerante. Il propulsore poteva essere alimentato da qualunque olio combustibile, come ad esempio l'olio di semi di colza: per questo motivo al suo passaggio il prototipo lasciava dietro di sé un odore di pesce fritto e patatine. Tutti i prototipi LCP erano a trazione anteriore ed equipaggiati con cambio manuale a 5 marce oppure automatico a variazione continua con gestione elettronica. 
Durante l'intera fase di progettazione si fece ampio uso di diversi tipi di plastica, magnesio ed alluminio, sia per contenere il peso della vettura sia favorire il riciclo dei materiali. All'epoca fece scalpore l’inizio di fibra di carbonio per le intelaiatura delle porte poiché si trattava di un materiale del tutto nuovo e mai sperimentato allora. Nel 1983 tuttavia il mercato non era ancora pronto per un'auto rispettosa dell'ambiente. Le vetture convenzionali la facevano da padrone e si parlava soprattutto di potenza e di prestazioni. Nondimeno la LCP 2000 suscitò molto interesse come studio preparatorio per la realizzazione di un progetto di sviluppo tecnologico. Gli studi sul consumo energetico complessivo di LCP e sul ciclo di vita del veicolo fino alla sua eventuale rottamazione avrebbero costituito in seguito la base della strategia ambientale EPS di Volvo e della dichiarazione di tutela ambientale per le nuove vetture come la EPI del 1998.
Oggi il prototipo LCP 2000 è esposto al Museo Volvo e risulta ancora di grande interesse come 30 anni fa, se non ancor di più oggi rispetto ad allora. E' testimonianza di quella mentalità proiettata al futuro, innovativa, in grado di rompere gli schemi che ha sempre  caratterizzato Volvo e si ritrova, sebbene in forma evoluta, nelle automobili Volvo di oggi.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...